Hiatus

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Article: Domenico Jervolino, Berman e il problema della traduzione

Berman e il problema della traduzione
Domenico Jervolino

Gli studi sulla traduzione hanno assunto negli ultimi decenni sempre più una rilevanza filosofica, nel quadro di un ampio dialogo interdisciplinare. Fra i protagonisti della riflessione contemporanea sulla traduzione merita di essere menzionato e indicato come un punto di riferimento il germanista francese Antoine Berman, prematuramente scomparso nel 1991, non ancora cinquantenne (era nato nel 1942).

Di lui si può ricordare la bellissima monografia L’épreuve de l’étranger. Culture et traduction dans l’Allemagne romantique, un lavoro dove emergono con chiarezza e vengono svolti con acume e profondità di pensiero gli interrogativi che la cultura tedesca si pone in quel momento cruciale della propria storia, a partire dal grande precedente storico che è la Bibbia luterana: che cosa è per noi la traduzione e il ben tradurre? in che misura il rapporto con l'estraneo è costitutivo della nostra identità nazionale? o esso rappresenta una minaccia? non dobbiamo piuttosto guardare a ciò che del nostro passato ci è diventato estraneo?

L'autore passa in rassegna il modo con cui affrontano questi interrogativi Herder e Goethe, i fratelli Schlegel, Humboldt, Schleiemacher e Novalis, osservando che essi delineano così una problematica che va ben oltre ogni metodologia e che sarà ripresa poi dai massimi esponenti della cultura tedesca fra Ottocento e Novecento, da Nietzsche fino a Heidegger, passando per pensatori così diversi come Lukács, Rosenzweig, Benjamin e altri ancora).

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Article: Anthony Pym, On empiricism and bad philosophy in translation studies

On empiricism and bad philosophy in translation studies
Anthony Pym

Translation can be known through direct engagement with the practice or profession, through theoretical propositions, or through empirical applications of theoretical propositions. Here we make the argument that the repetition of theoretical propositions without empirical application leads to some unhelpful pieces of philosophy. This particularly concerns the following general postulates 1) “translation is difference”, tested on Walter Benjamin’s reference to the untranslatability of words for bread; 2) “translation is survival”, tested on Homi Bhabha’s use of Benjamin and Derrida (who do not survive the use); 3) “translators are authors”, tested on the “alien I”, pseudotranslations and process studies; and 4) “translation is cultural translation”, tested on the subject positions created by a piece of current Germanic theoretical discourse. On all four counts, the case is made that the practice of translation exceeds its theory, thus requiring an ongoing empirical attitude.


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